Nella preistoria c’erano già i primi valdersi. Ecco cosa abbiamo scoperto parlando con il giornalista Michele Milazzo, valverdese di adozione.
Preistoria: i resti ritrovati sul territorio
Il giornalista Michele Milazzo, ci racconta che qualche anno fa il Circolo dei cittadini “Dionisio” di Valverde ha ospitato un convegno molto interessante. Dal titolo “L’insediamento di Montedoro- Casalrosato i primi rapporti tra greci e indigeni”, ha illustrato una realtà davvero affascinante. Ebbene sarebbero stati ritrovati sul territorio valverdese alcuni reperti, risalenti al XVIII secolo avanti Cristo. Insomma, Valverde c’era già sotto forma di piccola comunità, accanto alla fonte di Casalrosato nella preistoria. Nelle borgate di Casalrosato, Montedoro e Carminello si sono ritrovati alcuni reperti di vita umana. Si trattava più che altro di indigeni siculi. Tombe, muri e frammenti di quotidianità hanno visto la luce. Ma anche uno strado di sabbia e lapilli spesso 30 cm. Questa “coperta naturale” ha permesso la conservazione dei pochi reperti.
Preistoria: un’eruzione dalla portata catastrofica
Alcuni vulcanologi sono convinti che lo strato di lapilli sia dovuto ad una eccezionale eruzione dell’Etna. Fatto che potrebbe essere avvenuto intorno al 122 Avanti Cristo. E che trasformò la piccola comunità valverdese in una piccola Ercolano, sommersa da fango e detriti. Parliamo di una comunità di case di capanne, utensili fatti a mano che viveva di quello che offriva la terra. Questo è quello che ha mostrato lo studio fatto sulle rocce presenti sul territorio e sui pochi resti ritrovati. Ma non solo! Le scorie hanno procurato ingenti danni anche alla città di Catania. Del resto la storia geologica del capoluogo etneo insegna che la città ha visto tante eruzioni e terremoti. In quei tempi però le terre non sono state coltivare per parecchio tempo. La comunità doveva rinascere dalle sue ceneri, come la fenice. E forse Valverde è rimasta abbandonata per qualche tempo. Ma davvero per poco!
Dai tombaroli agli scavi incompiuti
Le prime scoperte archeologiche sul territorio valverdese pare siano dovute ai tombaroli. Con questo termine si intendono i predatori di tombe. Di conseguenza chi effettua abusivamente uno scavo archeologico. Lo scopo? Asportare oggetti preziosi o comunque di interesse archeologico per venderli nel mecato del collezionismo “in nero”. Successivamente però sono stati fatti dei piccoli scavi ed i reperti mostrati con diapositive durante il convegno. Ma sembra che non sia mai avviato un serio progetto di natura archeologica nel territorio Valverdese. In altre parole gli scavi sono rimasti incompiuti. Eppure, Valverde è una terra di mezzo, tra mare e montagna, tra costa e vulcano, un posto ideale per vivere. Ed infatti, nel XVI secolo la Sicilia fu dominata da Sicani, Elimi e Siculi che probabilmente dimorarono anche a Valverde. E si perchè da sempre nel nostro territorio l’acqua e la fertilità delle terre non sono mai mancati. Di questo siamo certi!