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L’Eremo di Sant’Anna: la bellezza e la storia a pochi passi da Valverde

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Nei pomeriggi estivi, in prossimità della sera, possiamo andare ad ammirare, in una zona ricca di vegetazione, l‘Eremo di Sant’Anna. E respirarne la pace.

Eremo di San’Anna: la sua storia

L’Eremo nasce nel 1751, ad opera di un frate eremita, di origine acese, Rosario Campione. Successivamente, grazie a fra’ Gioacchino Maugeri e a fra’ Giovanni Battista Strano, nasce la comunità agricola che lo contorna. L’impianto originale, infatti, è composto solo da una piccola chiesa, con affiancati due piccoli vani, immersi nella vegetazione. Si appronta, poi, una grande cisterna per la raccolta delle acque, cosa necessaria affinché la comunità agricola possa assicurarsi la sopravvivenza. Solo in seguito si aggiungono le celle e, quindi, il chiostro. Nel 1758 l’arcivescovo di Catania è monsignore Salvatore Ventimiglia. Il prelato è palermitano e di origini nobili. E fa sì che, all’interno della chiesa si applichi la pavimentazione in ceramica di Caltagirone. Al centro di essa, per questo, c’è lo stemma dei Ventimiglia.

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Lo stemma del casato dei Ventimiglia – Foto: Giovanna Nicolosi

Eremo di Sant’Anna: la semplicità affiancata dalla nobiltà.

In questa accogliente chiesetta si possono ammirare anche alcune tele, tra queste c’è nè’ una che raffigura Sant’Anna insieme alla Madonna con il Bambino. Nella cappella dell’Eremo è possibile ammirare un affresco di Ginevra Bacciarello “La vergine tra i cipressi”. In questo affresco di inizio secolo, sembra che la pittrice marchigiana, nota per il suo anticonformismo, abbia ritratto se stessa. Ella sembra essere, infatti, la madonna tra gli angeli biondi; ma non solo, pare che uno dei frati abbia le sembianze del marito acese. Ginevra ci ha lasciato, senza dubbio, un’opera stupenda. Ella, quegli angeli biondi, da lei affrescati, li raggiungerà, purtroppo, poco dopo, così come recitano antichi documenti. Documenti testimoni e spettatori di una sorte che continua a rimanere, però e ad oggi, misteriosa.

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Chiesa dell’Eremo di Sant’Anna – Foto di Giovanna Nicolosi

L’Eremo cresce nel tempo e cresce tra il verde della natura e la bellezza del paesaggio

Negli anni a venire, alla realtà iniziale, si uniscono altri ambienti, tra questi la sala biblioteca e alcune sale comuni. Frate Vincenzo Musumeci e frate Raffaele Badalà decorano l’altare maggiore con intarsi di marmi policromi. Essi, allo stesso modo, decorano il tabernacolo. L’Eremo, durante il primo decennio del secolo in corso, per alcuni anni, rimane disabitato, anche se, continuano ad essere celebrati i matrimoni e anche la messa domenicale. Attualmente abita l’Eremo di Sant’Anna una comunità di suore carmelitane.

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Chiostro dell’Eremo di Sant’Anna – Foto di Giovanna Nicolosi

La zona dove sorge l’Eremo e conserva ancora l’atmosfera del vecchio villaggio rurale. Le stradine sono nere, di pietra lavica, e verdi di edera. Sono colorate dalle buganvillee, inframmezzate da ruderi di campagna. Si incontrano splendide costruzioni: villa Biscari, villa Scammacca, villa Grimaldi e villa Calì. Esse e altre, che guardano il mare dei Ciclopi. Il mare qui si può ammirare anche dai rari ma splendidi “bel vedere”. Li scopriamo posti ai lati delle vie e delle ripide trazzere. L’Eremo di Sant’Anna fa parte, in realtà, della frazione di Aci San Filippo, quindi del comune di Aci Catena. Però spesso si ricorda come facente parte del territorio di Valverde.

L’Eremo di Sant’Anna: la bellezza e la storia a pochi passi da Valverde ultima modifica: 2020-08-28T10:04:00+02:00 da Giovanna Nicolosi

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